Storia

Dal 1953 nuova per tradizione

 

La "Cassa Rurale ed Artigiana di Barlassina" nasce il 14 marzo 1953 nella "Brianza di mezzo", esattamente a metà strada tra Milano e Como, in un luogo oggi provincia di Monza e Brianza, allora popolato da artigiani intagliatori, imprese famigliari e attività commerciali, nel contesto di rilancio e rinnovamento del Paese del secondo dopoguerra.

 

La natura cooperativa e mutualistica discende dal progetto originario. Un progetto comune tra  operatori del credito e imprenditori locali, sostenuto dall'appoggio fattivo dell'amministrazione comunale e della parrocchia,  degli organi federali e nazionali del Credito cooperativo (che nel 1953 già viveva e si sviluppava da settant'anni in tutto il Paese); con il sostegno e l'adesione di persone semplici e intraprendenti.

 

Un progetto corale, per il bene comune in un luogo preciso: contribuire allo sviluppo economico e sociale della propria terra.

 

Dal 1953 al 1969

La difesa di un progetto e il suo  consolidamento.

Variegata e diffusa è sempre stata da queste parti la presenza di piccole imprese, spesso di natura familiare, capaci in molti casi, con creatività e tenacia, di affermarsi anche fuori dai confini nazionali. Un tessuto economico e produttivo oggi in profondo cambiamento, sul quale ha inciso come ovunque la globalizzazione, ma sempre orgoglioso delle proprie origini.

 

Per affinità ideale e realismo, fin dall’inizio, in quel lontano 1953, i promotori non hanno dubbi sulla scelta del tipo di istituto di credito: vogliono realizzare una Cassa Rurale ed Artigiana, ispirandosi ai principi di Mutualità, Cooperazione, Prossimità, servizio al Territorio, alle Famiglie, alle Piccole e Medie Aziende, agli Enti e ai corpi intermedi no-profit. Principi che hanno fondato “La Cassa” di allora e che, riattualizzati in varie forme, fondano l’agire dell’odierna Banca di Credito Cooperativo di Barlassina.

 

Nel marzo del 1953, dopo tre anni di "gestazione" del progetto, si giunge  all’atto costitutivo della banca davanti al notaio. Quattordici risultano essere i sottoscrittori residenti a Barlassina: tredici di loro esercitano attività come artigiani, uno è impiegato. Nella medesima riunione si procede alla elezione del primo Consiglio di Amministrazione e alla nomina del primo presidente: Giovan Battista Vismara. Primo direttore della neonata C.R.A. di Barlassina è Franco Cesana. La prima sede della Cassa è costituita da due locali che si affacciano su piazza Cavour, uno dei quali (vero cimelio storico) ospita oggi un frequentato ATM Bancomat nel centro della piazza.

 

La fine del 1963 e la prima metà del 1964 sono caratterizzati da due avvenimenti significativi per la vita della banca: il neo presidente Giuseppe Sanvito - che ricopre questa carica dal 1959 al 1976 - partecipa a Roma alla costituzione di Iccrea, l’Istituto Centrale delle Casse Rurali e Artigiane, mentre l’associazione di categoria Unione Regionale Cooperative di Credito si trasforma in Federazione Lombarda delle Casse Rurali ed Artigiane, con sede a Milano. Nel 1965 la “CRA” di Barlassina assume l’incarico di svolgere attività di Tesoreria per il Comune di Misinto: è il primo – che per molti anni rimarrà unico – accenno di espansione sul territorio extra-barlassinese.

In questi anni l'opera del presidente Sanvito si rileva decisiva per la sopravvivenza e il consolidamento della "Cassa", così come l'ingresso di nuove professionalità e personalità (1969/70) come il giovanissimo funzionario (ex Comit) Dottor Mario Beretta e del ragionier Claudio Caspani (ex Cariplo), futuri direttore generale e vice direttore generale della banca barlassinese per decenni.

Gli anni '70 e '80

Banca di persone. Lo sviluppo dei numeri e della presenza territoriale.

Gli anni Settanta rappresentano il consolidarsi di una "squadra" sempre più numerosa e determinata a rilanciare il ruolo della Cassa Rurale. Una migliore organizzazione funzionale, nuovi ruoli  specialistici e soprattutto, l'ampliarsi a dismisura del numero di persone, famiglie, aziende, tra i clienti della banca. Il triennio (dal 1976 al 1979) della  presidenza di Giuseppe Vella , subentrato al cavalier Sanvito, si chiude con un evento decisivo: l'inaugurazione della nuova sede di Via Colombo a Barlassina.

 

Nel 1979 giunge a compimento un grande progetto, innovativo sul piano architettonico e della concezione funzionale di "una nuova sede per la Comunità", intesa nei suoi vari bisogni.  Una struttura concepita al contempo come sede di una banca, luogo di incontro e formazione (con un auditorium con 400 posti a sedere dedicato alla memoria di "Giuseppe Sanvito"), spazio espositivo di esperienze professionali e bellezza artistica: la sede ospita, tra le altre, opere dei barlassinesi  Emilio Longoni, Mario Asnago, Valentino Vago, Beatriz Cazzaniga, Claudio Borghi, oltre che di altri giovani artisti contemporanei.

 

Nel 1983 la C.R.A. di Barlassina apre la sua prima filiale nel comune di Seveso (frazione di Baruccana), a poche centinaia di metri dal luogo teatro, solo sette anni prima (1976), di uno dei primi e più famosi eventi di inquinamento ambientale del nostro Paese. Un segno concreto di riscatto e di volontà di accompagnare la ripresa e il rilancio di un'area ferita e dei suoi abitanti. Oggi Baruccana di Seveso è una delle filiali più moderne e di successo della banca e la zona un delle direttrici di sviluppo economico della zona. In quegli anni la scelta naturale è quella si seguire la direttrice nord-sud della s.s. Nazionale dei Giovi: da qui l'apertura, nel 1987, di un'altra filiale decisiva per la storia della banca, quella di Cesano Maderno.

 

Si apre così un lungo periodo di ampliamento territoriale, sviluppo  commerciale e rafforzamento patrimoniale della banca (che ancora oggi vanta uno degli indici di solidità tra i più importanti della sua categoria), segnato dalla presenza ai vertici da un sodalizio unico e decisivo per la sua storia: quello tra il direttore generale Mario Beretta e il presidente del CDA (dal 1982) Enrico Belloni, che durerà e produrrà frutti fino all'alba degli anni Duemila.

1990 - 2005: una banca per le Comunità  

Un nuovo "nome" e nuove sfide, la vocazione di sempre.

Tra le molte novità introdotte dal nuovo testo unico per le banche entrato in vigore l'1.1.1994, il "nome" delle vecchie Casse Rurali ed Artigiane che muta in Banche di Credito Cooperativo è forse uno dei cambiamenti più percepiti da soci e clienti. La crescita esponenziale delle transazioni elettroniche e delle attività di risparmio gestito (con le prime grandi bolle speculative e le crisi finanziarie a livello globale), la caduta del blocco sovietico, l'avvento della Monetica Unica, i grandi eventi globali, spesso drammatici, che  condizionano i mercati, fino all'avvento del terrorismo come prassi diffusa su scala mondiale, l'imporsi pervasivo della rete Internet ... Sono alcuni tratti di uno scenario che dai primi anni Novanta alla metà del primo decennio degli anni Duemila incide profondamente nel modo di "fare banca" e nella relazione con la clientela. Pur dedicate all'orizzonte locale, le singole BCC imparano a fare rete, a differenziare e a innovare i servizi, imparano a competere in tutto con le grandi banche globali.

 

In questo contesto la BCC di Barlassina crea un'area Finanza con elevati standard professionali, apre nuove filiali in contesti differenti per riferimento geografico e profilo socio-economico: da Meda a Saronno, da Lentate sul Seveso a Limbiate, da Misinto a Rovello Porro, l'area del Parco delle Groane diventa il baricentro di una zona "di mezzo" tra le provincie di Monza e Brianza, Milano, Varese e Como, con un'area operativa per Legge che con la futura apertura di Milano arriverà a contare 60 comuni. La sfida è diventare la "banca locale", di prossimità, per ogni nuova comunità presso la quale ci insedia, in una dimensione geografica e operativa sempre più vasta e complessa. A guidare la banca nei primi anni Duemila, sono il presidente Vittore Citterio e il direttore generale Pierantonio Bertolio. Tra il 1998 e il 2005 la banca concorre con importanti risultati economici a un deciso rafforzamento degli asset di Bilancio e interviene ogni anno sul territorio a sostegno di centinaia di enti non profit (cooperative sociali, scuole, società sportive per i più giovani, strutture sanitarie e di pronto soccorso, associazioni per la prevenzione, l'animazione culturale e il sostegno nelle aree della disabilità.

2023: i primi settant'anni della "Cassa"

Innovazione, resilienza, sostenibilità. Più forti in un grande Gruppo.

Gli anni dal 2003 al 2012 vedono alla presidenza Mario Beretta, già direttore generale della banca per quasi trent'anni. Nel 2005 ci lascia un altro protagonista, in vario modo coinvolto con la storia della cooperativa fin dalla sua nascita, Enrico Belloni. Alla memoria viva del presidente Belloni la banca dedicherà prima un premio di laurea e poi un contributo alla prevenzione e alla ricerca medica, avendo riguardo alla sua grande passione per l'impegno scolastico e professionale dei giovani.

 

L’arrivo nel 2007 del nuovo Direttore Generale Giorgio Porro, e, successivamente, la nomina a Presidente di Roberto Belloni, coincidono con un notevole processo di potenziamento organizzativo, teso a dotare la banca di una struttura e di una cultura capaci di reggere le sfide della complessità normativa e della globalizzazione dei mercati del nuovo Millennio, in contesto non facile, caratterizzato da grandi crisi finanziarie mondiali e da sempre più pressanti processi normativi e direttive delle autorità europee e nazionali in ambito finanziario e assicurativo. E' questa una fase nella quale la banca si propone come soggetto di importanti iniziative culturali e di sostegno alla formazione professionale dedicate ai più giovani.

 

Con la “Riforma del Credito Cooperativo” del 2016 (L. 49), le BCC rimangono le sole banche in Italia ad operare in regime di “mutualità prevalente”. Il compito è fare banca ponendo al centro i propri soci, attivando una scambio di valore sempre più intenso con i propri clienti e con i propri territori di riferimento. Il 19/5/2017, con il 97% dei voti espressi in sede assembleare, la Base sociale della BCC di Barlassina conferma l’adesione al Gruppo Bancario Cooperativo Cassa Centrale Banca, con sede legale e operativa a Trento. Il 16 Novembre 2018, un nuovo statuto, sempre approvato dall’Assemblea, conferisce coerenza operativa a tale scelta, così che dall'1/1/2019 il nuovo gruppo bancario, tra i primi dieci per dimensione nel panorama bancario nazionale, può avviare a regime la propria attività.

 

Il 22 maggio 2021 l'Assemblea dei Soci elegge, per il triennio 2021-2024, i membri del Collegio Sindacale e del Consiglio di Amministrazione  della BCC di Barlassina, Per il secondo triennio consecutivo viene confermato presidente del Consiglio di Amministrazione il dottor Stefano Meroni.

 

La Banca di Credito Cooperativo di Barlassina si prepara a compiere i suoi primi settant'anni di vita (1953-2023) non come una delle tante celebrazioni,  ma come segno tangibile di una storia concreta, fatta di persone, alla cui memoria e al cui esempio ci vogliamo ispirare. Dal 1953, una banca nuova per tradizione, una banca di persone.